Chiunque assocerebbe la parola Jamaica con maryuana, relax e musica reggae. La continuazione naturale della frase, per come l’ho cominciata, sarebbe quella di smentire quello che sembra essere un cliche’. E invece no, tutto vero. Vedere e fumare per credere.



Tra i vari paesi del mondo dove ho viaggiato, la Jamaica e’ uno dei paesi piu’ ricchi in termini di bellezza naturale ed energia positiva diffusa. Non e’ un cliche’ quello della musica reggae; la si percepisce costantemente nell’aria che a sua volta e’ intrisa di odore di erba. Sembra ci sia un diverso tipo di inquinamento atmosferico, piacevole e rilassante.

Ovviamente la prima impressione di un paese appena si atterra e’ sempre diversa da quello che ci si aspetta. Nel caso della Jamaica, mi ha proprio spaventato e all’inizio traumatizzato. A partire dalle procedure burocratiche, covid test da svolegere, prove di alloggio da fornire, dichiarazioni da firmare prima di entrare sul suolo jamaicano. Poi si arriva all’ingresso del paese e non chiedono nemmeno la prova del tampone covid. Vabbe, primo passo e’ fatto, entrati nel paese ai tempi del covid.
Secondo passo e’ scegliere dove soggiornare. I siti internet mettono bene in guardia su quanto sia pericolosa l’isola, specialmente Kingstone e Spanish Town. Raccomandano di prendere tutte le precauzioni possibili, stare sempre nello stesso resort (tra l’altro io ignoravo totalmente l’esistenza di resort caraibici di quel livello di lusso in Jamaica), non uscire di sera tardi, di fare solo tour organizzati, non fittare una macchina ma prendere taxi o navette organizzate.. Pochi passi fuori dall’aereoporto di Montego Bay, primo errore commesso: noleggiamo una macchina. Di solito quando noleggi una macchina ti mostrano le funzionalita’ della macchina ed evidenziano su un foglio i graffi o le ammaccature esistenti della macchina. In Jamaica no, ti fanno vedere dov’e’ il jack della macchina per cambiare le ruote. E quello doveva essere indizio numero 1. Se ci tengono tanto a farti vedere come cambiare le ruote, forse dovresti guardare ora che hai internet e che puoi qualche video su youtube per imparare. O forse le strade sono talmente pericolose e danneggiate che e’ meglio non guidare la macchina li’. Nulla, indizio non colto al momento.
Entro in macchina e realizzo che la Jamaica e’ uno di quei paesi dove l’influenza anglosassone ha determinato la guida a destra nella macchina. Vabbe mi abituero’ mi dico. Indizio numero 2. Se la guida e’ a destra nella macchina, sara’ probabilmente a destra anche in strada. Imparata la lezione dopo pochi minuti di guida dove mi stavo rischiando di schiantare molteplici volte. Altra lezione imparata: mai fare una rotonda con la macchina in un paese con la guida a destra.
Quindi non solo decidiamo di continuare a noleggiare la macchina per l’intera settimana, ma anche di rischiare e andare contro le regole covid e dormire ogni notte in un posto diverso, cosi’ da vedere quanto piu’ possibile. Con pochi soldi, ci si ritrova in alberghi a 1 min dalla spiaggia e con cucina fantastica, se non fosse che gli chef sono molto ma molto lenti, c’e’ solo una persona in cucina che prepara un ordine alla volta con tanta pazienza, amore e lentezza. Il risultato almeno e’ buono, forse per la fame dopo la lunga attesa o perche’ veramente ci mettono tanta cura.


Cominciamo da Negril, un paradiso di 11 km di spiaggia con mare caraibico, musica reggae e baretti sulla sabbia dove si puo’ bere margarita e cenare nonostante la cena fosse quasi sempre a base di pollo jerk o pasta rasta – che solo in Jamaica conoscono, una specie di pasta con verdure e maionese da rabbrividire in Italia, da assporare quando sei li’ e non hai altre opzioni.
Le cene in spiaggia sono state veramente esclusive, dal nulla i baretti da spiaggia apparecchiavano un tavolo sulla sabbia per noi a lume di candela come in un film.
Margarita da bere o rum jamaicano!

Ovviamente non potevo non assaggiare la pizza jamaicana in spiaggia, non sia mai me la perdevo. Bella formaggiosa e gommosa, come piace a me!

Penso che la parola piu’ diffusa fosse jerk chicken – pollo cotto alla jerk, non e’ solo il piatto tipico jamaicano ma anche un punto di orientamento topografico dell’isola. Dovunque abbiamo chiesto indicazioni stradali – e di indicazioni ne abbiamo chieste tante visto che anche google maps si continuava a perdere, in montagna o in citta’ – la direzione cominciava con un “prosegui fino al centro jerk”, “guida circa due minuti e al centro jerk gira a sinistra”. Che poi i due minuti si rivelavano essere almeno 20, una volta addirittura piu’ di due ore persi nelle Blue Mountains con tanto di attacco di pancia improvviso. Per fortuna si puo’ sempre contare sull’amabilita’ dei jamaicani che ti offrono il loro bagno privato nel mezzo del nulla, con tanto di scarico rotto e bacinella da riempire con l’acqua per scaricare. Altra lezione imparata: se sei in Jamaica, non cercare un ristorante indiano ed ordinare in Jamaica al ristorante indiano un vino rosso iraniano. Potresti sentirti male di stomaco il giorno dopo mentre guidi per ore in montagna.

Nonostante il mal di pancia, guidare per la catena montuosa Blue Mountains e’ stato stupendo, una meraviglia.
E comunque alla fine la ricetta del pollo alla jerk non si e’ mica capita, ce ne fosse una unica. Ovviamente il pollo non l’ho assaggiato, ma la salsa si ed era terribile, forse a base di lime secchi. L’amore pero’ che mettono nel cucinare questo pollo e’ pazzesco, che sia un ristorante o che sia un piccolo cook shop nel mezzo del nulla dove le condizioni igieniche sono opzionali ma dove i locali mangiano allegramente – in uno di questi posti siamo stati portati proprio da una signora del posto che ci ha chiesto a caso un passaggio. Figurati se diciamo no!
Nessun rimpianto per non avere assaggiato il pollo, mi sono ripagata facendo nuove esperienze da poter depennare dalla lista di cose da fare prima di morire.
Corrompere la polizia in Jamaica? Fatto. Sembra che non molti turisti, forse proprio nessuno, noleggi una macchina in Jamaica. Essendo visibilmente non Jamaicani, la polizia facilmente ti ferma e senza perdere troppo tempo va direttamente al sodo e ti semplicemente di dare i soldi che altrimenti ti farebbero pagare con una normale multa per eccesso di velocita’ (di cui sono colpevole lo ammetto). In un’altra occasione ci hanno fermato chiedendoci di andare a bere una birra. Ovviamente io guidavo e da buona pilota ho detto che non potevo guidare e bere. Ed ecco che il poliziotto senza alcuna vergogna mi dice eh vabbe, come facciamo ora. Mi dai i soldi della birra? Ed un altra mazzetta di soldi direttamente alla polizia.
Bucare la ruota della macchina in cima ad una montagna, rompere il cric dell’auto e rischiare di rompere anche la macchina quando il cric si e’ rotto scivolando via? Fatto. E quella e’ stata solo la prima delle ruote bucate nelle strade smantellate dove bisogna guidare a zig zag come se fosse un campo mincato. La cosa che mi ha colpito e’ che anche in cima ad una montagna nel nulla o in una stradina, non appena vedono che hai bucato una ruota i Jamaicani corrono e ti aiutano e ti cambiano la ruota per te e ognuno di loro sembra essere cresciuto seguendo lezioni di meccanica da bambini invece che le nostre lezioni di storia dell’arte e chimica.

Visitare una piantagione di marijuana? Fatto.
Passeggiare per una piantagione di caffe e mangiare i frutti di caffe? Gia’ fatto a Cuba, ma il caffe Jamaicano e’ ancora piu’ buono! E il tour e’ stato molto piu’ esclusivo di tanti altri tour organizzati non solo perche’ eravamo gli unici turisti, ma anche perche’ e’ stato molto spontaneo e offerto da un locale conosciuto in montagna che e’ passato da estraneo che ci ha presato il suo telefono per fare una chiamata ad amicone che ci offre giro turistico privato tra le piantagioni. Vista mozzafiato e caffe delizioso.
Rischiare di morire tuffandomi da una roccia in un ‘Blue hole’? Fatto. Sono saltata da una roccia di 35 piedi e penso di essere svenuta per qualche secondo visto che sono caduta completemente di schiena e ho comincato ad affondare fin quando non mi hanno tirato su. Sana e salva ovviamente, solo strani lividi neri dovuti all’urto che a quanto pare deve essere stato molto ma molto violento ma che nemmeno me lo ricordo! Ce n’e’ voluto di tempo per far scomparire i lividi ma ne e’ valsa la pena! Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire, si e’ convertito in se bene ti vuoi divertire un po’ devi soffrire.
Bamboo rafting? Fatto. Sul White River. Prenotare con una normale agenzia di tour per turisti sarebbe stato troppo intelligente, quindi decidiamo di andare a prima mattina direttamente al fiume dove le agenzie accompagnano i turisti per cominciare le escursioni ed ecco che ci ferma questo ragazzo dalla voce flebile e alquanto inquietante e si presenta come capitan Sebastien, il capitano dell’intera gang sul fiume. Ci offre di farci fare un rafting sul bamboo senza agenzia e noi abbastanza scettici e perplessi rischiamo e accettiamo. Dopo pochi secondi ci troviamo su questa zattera di bamboo sul fiume con Capitan Sebastian che rema a suon di musica e balla a ritmo incalzante, nemmeno fosse piena festa rave notturna. Esperienza non solo unica, ma anche sorprendentemente rilassante! Di rafting sui fiumi ne ho fatto, ma questo sulla zattera di legno davvero da provare.

Arrampicata contro corrente su una cascata? Fatto. Ocho Rios ha queste cascate bellissime che si possono visitare non solo guardandole comunemente dal lato, ma vivendo l’esperienza completa nell’acqua gelida arrampicandosi per le rocce scivolose. Unico.
Infine uno dei bar piu’ belli che abbia visitato, sullo stile del bar Buza a Dubvronik, il Rick’s cafe. Sulla roccia a picco su un mare limpido blu, con piscina nella VIP area, musica dal vivo, e cocktails giganti dal colore buffo e con tanto di birra jamaicana Rad Stripe capovolta dentro!
Devo dire che il mare era bello ovunque, anche Montego Bay che e’ una citta’ grande ha uno starbucks che affaccia su una spiaggia mozzafiato.
Uno dei piu’ bei posti e’ stato il Frenchman’s cove nella zona di Port Antonio. Una specie di paradiso terrestre per me.
E una delle viste piu’ belle, quella del Rio Grande da Snow Hill, dove abbiamo passato il Capodanno. E anche a Capodanno, fatto cena a base di pizzzaaaaa!
Il giorno di Capodanno, il primo, ci siamo anche imbucati ad una festa jamaicana super esclusiva, Peccato poco dopo la festa sia iniziata la polizia li ha fatto chiudere per via del mancato rispetto restrizioni Covid. Comuque la location molto trendy, non si direbbe di stare in Jamaica.
Alcuni luoghi mi sono rimasti impressi, la bellezza che si puo’ trovare in alcuni scorci cosi’ semplici e’ affascinante.
Non poteva mancare assolutamente qualche ricerca di graffiti, non molti e tutti molto rastafariani, il che e’ forse ancora piu’ bello.
L’unica pecca? Forse non giocano molto a beach volleyball, altrimenti il paese meriterebbe un 10 su 10!
Il 2020 e’ finito, anno orribile. Un nuovo anno migliore e’ cominciato, e non potevo chidere di meglio per un inizio di anno nuovo.
Con affetto,
Marti