LOGBOOK USA: 27, 28 e 29 WEEKS

Queste 3 settimane sono riassumibili in tre parole: barca, beer pong e musica.

Barca

Una giornata sulla barca di un ricco sfondato amico americano di una mia collega. Una giornata ai limiti del surreale grazie ai personaggi improbabili presenti sulla barca, ma rappresentativa della giornata tipo dell’americano ricco medio nel weekeend. Un contesto particolarmente unico, dato dal fatto che circa 10 uomini, uno piu ricco dell’altro, hanno radunato ciascuno le amiche piu’ rifatte di cui erano a conoscenza per questa festa in barca, barca partita direttamente dalla casa di uno di questi tizi (se casa si puo’ chiamare una mini reggia dotata di piscina privata che affaccia sul mare e mini porto privato annesso).

Io e le mie amiche eravamo le uniche persone normali, il che e’ quanto dire (gia’ che diciamo che una viene dall’Italia, una dalla Germania e una dal Sud Africa sembra uno scherzo). Abbiamo affibbiato parecchi soprannomi ai componenti della ciurma, il piu’ bello forse e’ quello della “donna delfino”: donna sulla quarantina che in seguito ai numerosi lifting, forse anche ai capelli e a qualche neurone, sembra la mamma di barbie dopo aver assunto 10 pasticche di estasi. Questo essere alieno ricoperto di plastica e capelli biondi, ha assunto le sembianze di un delfino morto una volta a galla in acqua per circa un’ora. Tutti i personaggi presenti sulla barca meriterebbero una menzione in questo articolo, ma mi fermo alla donna delfino e alle ragazze tetto. Non solo per il seno rifatto, ma anche per l’incredibile ed eccezionale qualita’ di riuscire a ballare come dannate sul tetto della barca in movimento a modalita’ americana (celebre qui e’ la mossa della scimmia) con tanto di drink in mano.

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Una bella scoperta della gita in barca e’ stata il ragazzo Nardo’, l’amico sfondato della mia collega. Non solo il suo cognome e’ Nardo, ma tutta la sua vita e’ incentrata sulla citta di Nardo’ che mi ha dato Natale. 100% americano, ma innamorato della cittadina pugliese per via dell’anello, del circuito da corsa. Veste cappellini personalizzati con la scritta Nardo’ ed ha addirittura fondato un’azienda di cosmetici naturali con i fratelli rinominata Nardo’. Ed io sono la prima ragazza effettivamente di Nardo’ che lui abbia mai incontrato. Considerata la quantita’ di drink che mi ha offerto in onore delle mie origini, mai sono stata cosi’ felice di essere nata a Nardo’.

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Una gita in barca totalmente diversa ma ugualmente particolare e’ stata quella della festa di San Patrizio, patrono della birra. Non importa che sia una festa tipicamente irlandese, tutto il Mondo celebra San Patrizio a quanto pare. La prima parata di San Patrizio si tenne a New York nel 1766, e non in Irlando, quando un gruppo di soldati che si stava dirigendo a festeggiare in una taverna, decise di marciare dietro alla banda che intonava musiche tradizionali irlandesi. La sfilata improvvisata fu un successone e spinse gli irlandesi d’America a riproporle ogni anno e in ogni città.  Quando poi milioni di persone emigrano dall’Irlanda in America a causa della carestia del XIX secolo, la Festa di San Patrizio divenne un’occasione nostalgica per rivivere le atmosfere per il proprio amato Paese, un momento di orgoglio nazionale a suon di musica, cibo e di birra. In Irlanda invece il St. Patrick’s Day nacque come festa religiosa agli inizi del 900′, ma solo nel 1995 fu dichiara Festa Nazionale. Essendo considerata la festa piu’ verde dell’anno (verde che simboleggia la natura, la primavera, e la speranza, è inoltre il colore del trifoglio, simbolo dell’Irlanda – o meglio: il trifoglio è uno dei simboli del paese,  perché secondo la leggenda San Patrizio, mentre era missionario in Irlanda, lo utilizzò come simbolo della Trinità. Il vero simbolo dell’Irlando pero’ e’ l’arpa.), molte citta’ nel mondo si trasformano in verde. E anche Tampa ha deciso di inquinare ancora di piu’ l’ambiente e trasformare il canale che attraversa la citta’ in un fiume verde!

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Dal porto di Tampa si noleggiano per un paio di ore queste barche che si muovono solo se chi e’ a bordo pedala. E mentre si pedala a suon di musica a tutto volume, si beve allegramente. Ogni postazione per pedalare e’ dotata di un “cooler” personale, ossia un vano porta ghiaccio e bevande. Senza dubbio la festa di San Patrizio piu’ divertente della mia vita!

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Beer Pong 

Qui in America il gioco del beer pong e’ uno dei giochi piu’ popolari (dopo football, baseball and basket ovviamente) e si organizano di continuo veri e propri tornei di beer pong. E il punto e’ che nonostante sia un gioco alcolico e si suppone che i partecipanti siano abbastanza ubriachi, e’ un gioco che viene preso molto sul serio.

Abbiamo organizzato tornei amatoriali a bordo piscina tra noi amici, ma anche deciso di partecipare a tornei “seri” organizzati all’interno di pub o bar. Miserabilmente sconfitti, gli americani nei giochi alcolici hanno decisamente una marcia in piu’.

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Musica

Dopo Roma, Milano, di nuovo Roma, Pistoia e di nuovo Milano, ho visto per la sesta volta dal vivo i Mumford and sons. Questa volta ad Atlanta, facendo una delle classiche Martinate. Partenza il mercoledi pomeriggio alle 17 da Tampa, arrivo ad Atlanta alle ore 18.30. Ripartenza per Tampa alle 6 del mattino seguente. Apertura cancelli del concerto alle ore 19. Sono riuscita a varcare le porte solo alle 20 ed arrivare al parterre dopo una mezz’ora (si, perche’ una volta entrati sarebbe troppo facile andare direttamente a vedere il concerto come gli essere umani. Bisogna fare un’ulteriore fila di mezz’ora per prendere un braccialetto per stare nel parterre). Ad ogni modo, anche se in ritardo per i miei standard di concerto, dove devo stare ore e ore in fila prima dell’apertura delle porte per aggiudicarmi la prima fila una volta aperti i cancelli, sono riuscita a beccare la prima fila comunque. Non c’erano persone a sgomitolare per prendere i primi posti, perche’ erano tutti in fila all’interno dello stadio per birra e cibo. Io ero sconvolta. Ma come, vai ad un concerto e non ti batti per stare alle prime file perche sei dentro lo stadio a bere e mangiare? Gli americani hanno cercato di placare il mio shock, spiegandomi che qui negli USA un concerto e’ un’esperienza non soltanto musicale, ma un vero e proprio evento dove si va a bere, chiaccherare e mangiare. Come se gli altri giorni non facessero lo stesso… Questo stravagante modo di vivere i concerti mi ha permesso di godermelo io a pieno, essendo a pochi centimetri di distanza da Marcus Mumford e toccandolo rischio arresto per almeno un paio di volte.

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Musica bellissima, come mi aspettavo. E il concerto e’ durato molto piu’ di quanto siano mai durati in Italia e hanno performato molte bellissime cover e piu pezzi acustici. Meraviglia.

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Altro concerto che merita e’ quello degli Atlas Genius, gruppo australiano scoperto da poco ma veramente bello. Canzone preferita: 63 days, stile Radiohead. Questa volta la location era Tampa, molto suggestiva, tra il vintage e l’underground. In Ybor City, quartiere caratteristico a cui sono molto legata ormai. La cosa divertente del concerto e’ che durante la performance del gruppo spalla, un gruppo country non molto famoso, la sala era stracolma e l’eta media molto alta. Non appena in scena il gruppo arrivato direttamente dall’Australia, la band principale, la sala si e’ svuotata e se dico che eravamo una quarantina secondo me esagero anche. Per me ancora meglio, sono riuscita a saltellare tutto il concerto in prima fila in estrema liberta’.

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Tra l’altro altra caratteristica unica dei concerti qui in USA: nessuno saltella in maniera cafona per tutto il concerto, cercando di buttare all’aria il vicino. Io non mi adeguo, e cerco di portare alto il nome dell’Italia.

Infine, poteva mai macare una festa in maschera? E questa volta si e’ svolta nella stessa location del concerto degli Atlas Genius, con il tema era anni 90’. A cantare sul parco, cover band di Britney Spears, Backstreet Boys e tantissime altre band degli anni 90’. Sono stati assegnati anche i premi per il costume piu’ bello e nonostante la pacchianata/carnevalata, sono sempre divertenti questi eventi in maschera. Piano piano mi ci sto prendendo l’abitudine!

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Con affetto,

Marti

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