Premessa: non ho dimenticato di aggiornare il blog, ho solo deciso di aggiornarlo ogni due settimane invece che ogni inizio settimana. La vita piano piano si sta regolarizzando alla normalita’, nonostante il sole perenne, ed il diario di bordo si puo’ riempire sicuramente megio se aggiornato con meno frequenza. E poi non sono mica in vacanza qui…. In queste due settimana sono andata al mare solo 3 volte!! Sono approdata in due tra le spiaggie piu’ belle degli Stati Uniti, attraversando strade e ponti letteralmente nell’oceano.
Prima tappa a Sarasota, Siesta Key Beach. Una gemma, la spiaggia piu’ bella che abbia mai visitato. Non tanto per l’acqua che, seppur pulita, non ha lo stesso colore cristallino delle immagini delle Maldive o della Sardegna. Ma la spiaggia in se’ e’ meravigliosa, immensa, pulita e perfettamente bianca. E anche in pieno giorno di festa (era Martin Luther King day, qui festa nazionale), non si trova folla o confusione, se non per qualche persona che si dedica agli sport acquatici.
Seconda tappa a Napoli, Neaples. Non in Italia, ma la Napoli Americana in Florida, a circa due ore da Tampa. Ci sono piu di 88 citta’ negli Stati Uniti con nomi di citta’ straniere e molte tra queste richiamano nomi di citta’ italiane. Napoli e Venezia in Florida, Milano in Ohio e Indiana, ancora Venezia in California, Palermo in North Dakota, Firenze in Alabama, Roma in Georgia (a dire il vero ci sono 8 citta’ negli States chiamate Roma), Verona in New Jersey. Non c’e’ una vera spiegazione storica dietro questi nomi, ma principalmente solo la volonta’ di grandi imprenditori e costruttori/finanziatori, di chiamare una citta’ con il nome di una famosa, per rendere onoro alla bellezza dell’omonima citta’ italiana e attirare turisti. Non sempre c’e’ una ragione legata ad un’onda immigratoria italiana, anzi la verita’ e’ molto piu’ collegata al fattore turismo ed al fatto che le citta’ sono relativamente giovanissime e per tale motivo fondate e rinomate in un’epoca in cui si ha circa piena conoscenza dei luoghi geografici e della loro storia.
Napoli deve il suo nome italiano ai suoi due fondatori, un senatore e un editore che verso la fine del 1800 diedero vita a questa citta’ costruita laddove crescevano paludi di mangrovie; alimentarono una “storia mediatica” associando il clima e i frutti di mare di quest’area a quelli della penisola italiana. Nella realta’ e’ molto diversa da Napoli. Direi che e’ piu’ assimilabile a Capri visto che e’ il posto preferito per la ritirata o le vacanze dei ricconi americani, nonche’ la sesta citta’ degli Stati Uniti per reddito pro capite e la seconda citta’ con la piu’ alta proporzione di millionari per capita.
E’ famoso il Pier di Napoli, ossia il molo, da dove si possono avvistare delfini e ammirare tramonti mozzafiato.
Nulla da togliere al piccolo molo che abbiamo proprio sotto il nostro ufficio a Tampa pero’!
E poi c’e’ una strada principale, la 5th Avenue, che porta direttamente alla spiaggia piu’ famosa della citta’, strada piena di negozietti e locali carini dove mangiare.
Ci si sente a casa, mi sono sentita come se stessi passando un weekend in Italia. La cosa strana e interessante di Napoli e’ che la maggior parte dei ristoranti e’ italiana, e i ristoranti sono effettivamente gestiti da italiani. E anche buoni. Molti stenteranno a credermi conoscendo i miei discutibili gusti culinari, ma qui ho veramente mangiato una delle pizze piu’ buone della mia vita. O per lo meno la migliore pizza fino ad ora negli States.
Sempre a Napoli c’e’ un bellissimo skatepark, affiance al quale si teneva in quei giorni una bizzarra mostra d’arte moderna in un parco.
Lo stand con gli orologi di ogni tipo e’ stato il mio preferito.
Altra attrazione degna di vista a Napoli e’ il Delnor-Wiggins Pass State Park, un parco separato dalla terraferama da paludi di mangrovie e ruscelli. Perfetto per snorkeling se non hai paura di imbatterti in squali, o per fare kite surf se non hai paura di volare. I ragazzi che kite-surfavano sembravano letteralmente essere spazzati via dal vento.
La spiaggia del parco e’ selvaggia, bianca e anche divertente, con tanto di avvertimento per coccodrilli e tartarughe.
Ma si puo’ mettere due cartelli del genere? Se vedo un coccodrillo, di certo non gli do da mangiare (ne’ il mio corpo, tantomeno noccioline). Se vedo una tartaruga, seppur spaventosa o gigantesca che sia, avro’ pur il tempo di scapparmene considerato il diverso ritmo di camminata dell’uomo medio.
Ultimo aspetto positivo di Napoli: a pochi minuti di macchina dal centro, l’inquinamento luminoso e’ veramente basso e sono riuscita ad ammirare per almeno due ore l’eclisse di luna totale del 21 gennaio notte! Spettacolo stupendo, anche se la mia foto un po’ meno.
A Tampa, invece, ho avuto modo di assistere ad una delle piu’ grandi manifestazioni della citta’ sin dal 1904, Gasparilla. Piu’ di 300,000 persone allegre e festose radunate in massa munite di scorte alcoliche in quantita’ industriali, dalle 10 del mattino fino a sera, lungo il centro citta’ ed il corso d’acqua che attraversa Tampa, nell’attesa dell’arrivo dei pirati e del lancio delle bead, collanine di perle di plastica.
Gasparilla e’ un evento veramente importante qui e molto sentito in tutto il sud west della Florida, in particolare a Tampa, ogni anno l’ultimo sabato di gennaio. E’ il festival dei pirati e si sostanza in una parata di navi di pirati che si avvicinano alla terraferma e attraversano la citta’. Il tema e’ la celebrazione della legenda del pirata spagnolo Jose’ Gaspar, anche noto come Gasparilla, che “operava” in Florida tra la fine del 700’ all’inizio dell’800’. Nobile spagnolo e consigliere del re di Spagna, pare sia sgattaiolato fino al sud ovest della Florida e abbia creato un regno di pirati proprio a Tampa. La leggenda vuole che sia morto avvolgendosi nelle catene dell’ancora della nave, pur di non essere ucciso dai nemici (le navi US cacciatrici di pirati). Io pensavo che i pirati fossero come i draghi e le sirene, ma in effetti sono proprio esistiti, come i dinosauri. Criminali del mare, ma criminali a mio parere nobili in quanto in caso di arresa della nave catturata, di solito non uccidevano le persone a bordo. Infatti se si fosse saputo che i pirati non prendevano prigionieri, le vittime avrebbero combattutto fino all’ultimo respiro rendendo la vittoria molto piu’ difficile per i pirati.
I pirati della Florida Spagnola non saranno famosi come Johnny Depp o come i pirati Vichinghi, ma mantengono alto il loro nome grazie ai Bucanieri dei caraibi, che hanno dato anche il nome alla squadra di football di Tampa, I Buccaners. E chissa’ che non derivi proprio da loro l’amore degli americani per il barbecue. Bucanieri deriva proprio dalla parola francese Boucan, che identificava il posto dove questi pirati mettevano ad essicare le carni affumicate, su una graticola di legno. Il metodo e’ chiamato barbicoa, dal quale poi barbecue.
Eccoci qui, tutti insieme in versione piratesca!
Chiudo l’articolo con una foto emblema di dolcezza..Un mio collega francese che si e’ trasferito qui con la moglie incinta, ha appena avuto la sua piccola! Mi hanno fatto emozionare tanto, soprattutto perche’ la piccina e’ nata in anticipo ed erano preoccupati. E invece eccola qui, bella sana e tranquillissima.
Con affetto,
Marti